
Durante l’estate è facile osservare le femmine di capriolo (Capreolus capreolus) accompagnate dai propri piccoli durante gli spostamenti e l’alimentazione. I caprioletti, solitamente due per ogni femmina, durante le prime settimane di vita restano accovacciati in luoghi sicuri (nei pressi del luogo di nascita) per la maggior parte della giornata, aspettando il ritorno della madre per essere allattati. Sarà con il passare dei giorni che i piccoli cominceranno ad aumentare gli spostamenti nel territorio circostante e solamente a circa tre mesi di età cominceranno a seguire ovunque la madre.

Nei primi tre-quattro mesi di vita i piccoli di capriolo risultano ancora facilmente riconoscibili per le ridotte dimensioni corporee ed il mantello picchiettato di bianco. L’accrescimento corporeo nei piccoli è molto rapido: alla nascita pesano circa 1,5 kg e dopo 6 mesi possono raggiungere il 60% del peso definitivo.
Naturalmente, non è così per ogni individuo; il peso viene influenzato da diversi fattori, anche sinergici, come l’altitudine media, la qualità degli habitat e delle risorse trofiche utilizzati, la fitness dell’animale, il periodo annuale (i pesi minimi si raggiungono in inverno e dopo il periodo degli amori per i maschi), la densità di popolazione e lo stress.

Però la valutazione dell’età non dovrebbe basarsi solo sulla morfologia complessiva dell’animale ma anche sul comportamento nei confronti di conspecifici. Infatti si potrà notare l’atteggiamento fortemente immaturo dei piccoli, che seguendo le indicazioni della madre, mostreranno curiosità verso tutto ciò che ancora non conoscono appieno. La fuga ad esempio, appare più come un atteggiamento d’imitazione del comportamento degli adulti (solitamente più sospettosi) che una vera e propria consapevolezza di un potenziale o concreto pericolo.

Attualmente ci troviamo nella fase di allevamento dei piccoli e fra poco (da fine luglio) comincerà il periodo degli amori. Così quando avremo la fortuna di vedere un capriolo, magari al pascolo verso sera, ricordiamoci dell’etica dell’osservazione, accontentandoci di osservarli discretamente, senza provocarne la fuga o l’interruzione delle attività.