
Il celebre climatologo Luca Mercalli prevede che a causa dei cambiameni climatici le città diventeranno invivibili e si verificherà una grande migrazione verso le Alpi
Sempre più persone si troveranno a dovere fuggire dalle città per cercare condizioni di vita più confortevoli e il climatologo Mercalli designa proprio le Alpi italiane come luogo di salvezza e di rifugio. Sarà “una migrazione stagionale e climatica” per la quale “i territori alpini non possono e non devono farsi trovare impreparati: bisogna progettare e prepararsi”. Il rischio è infatti quello di “un’invasione assolutamente non sostenibile”, la quale va studiata in anticipo.
Diventeremo tutti migranti ambientali
A causa dei cambiamenti climatici, diventeremo tutti dei migranti ambientali. A dirlo sono le Nazioni Unite, gli ambientalisti, le associazioni umanitarie, e per ultimo, ma non meno importante, la Banca Mondiale. Secondo uno studio pubblicato a marzo 2018, gli effetti del cambiamento climatico provocheranno entro il 2050 migrazioni interne di 140 milioni di persone.
Lo studio si concentra su tre macro aree: l’Africa subsahariana, l’Asia meridionale e l’America Latina che rappresentano il 55% dell’intera popolazione dei Paesi in via di sviluppo.
I fattori globali come l’aumento della siccità e del degrado del suolo, l’innalzamento dei livelli del mare e le inondazioni saranno la causa di questi esodi di massa verso i Paesi più sviluppati.
Come se qui i problemi non ci fossero. I fattori locali, quelli di casa nostra, sembrano sempre meno gravi e spaventosi di quelli globali e lontani dalla sensibilità. Ma il riscaldamento globale colpisce anche noi, anche il nostro Bel Paese e gli ultimi avvenimenti ne sono una chiara testimonianza: colpiscono anche i territori montani, da sempre considerati vere e proprie “isole” felici, per la salubrità dell’ambiente.

Ed è infatti qui che la popolazione cittadina migrerà, ha scritto sul suo blog il climatologo Luca Mercalli, divulgatore scientifico e Presidente della Società meteorologica italiana: “Le nostre città diventeranno invivibili e ci sarà una grande migrazione verso le montagne” (http://www.lucamercalli.it/).
Gli impatti dei cambiamenti climatici su salute e benessere
A riguardo, l’Istat ha rilasciato il 20 giugno 2018 il report “Temperatura e precipitazione nelle principali città – Anni 2002–2016”, dove conferma quanto i cittadini stiano avvertendo gli impatti su salute e benessere delle condizioni meteo-climatiche delle città e della qualità dell’aria ambiente. La temperatura media annua delle stazioni nel periodo 2002-2016 è di 15,5°C, tendenzialmente in aumento di 1,0°C rispetto agli anni 1971-2000. Le anomalie (la differenza del valore medio del periodo 2002-2016 dal valore climatico) dopo il 1996 assumono sempre valori positivi e molto significativi, risultando comprese fra lo +0,5 °C di Cagliari e Genova e il +1,5 °C di Perugia, ad esempio.
I valori medi più alti si registrano a Palermo (19,1 °C) e Cagliari (18,3 °C), seguiti da Bari (17,6 °C), Catanzaro, Napoli (17,0 °C) e Roma con 16,9°C. Il valore più basso, invece, si registra ad Aosta (11,8 °C). Analizzando i dati di temperatura massima e minima, l’Istat osserva che le anomalie assumono mediamente valori positivi per tutti i capoluoghi di regione.

L’analisi di Luca Mercalli
“In pianura farà sempre più caldo, la zanzara tigre arrivata dal Vietnam rende le estati invivibili, adattarsi vuol dire prepararsi a scenari climatici futuri sempre più estremi. Avere l’aria condizionata, quindi, nelle aree urbane non è lusso ma è una necessità”, scrive Mercalli, perché il caldo sopra i 40 gradi e l’afa mettono davvero a rischio la salute di tutti, non solo di anziani e bambini. In questo quadro tendenzialmente la situazione può solo peggiorare e quindi sempre più persone si troveranno a dover fuggire dalle città per cercare condizioni di vita più confortevoli e il climatologo designa proprio le Alpi italiane come luogo di salvezza e di rifugio. Anche per esperienza personale. Infatti, Mercalli ha convertito una vecchia grangia in Val di Susa, datata 1732, disabitata da tempo, in un esempio di sostenibilità ambientale e autosufficienza energetica e alimentare, dove vive per il semestre estivo.
Luca Mercalli parla proprio di “una migrazione stagionale e climatica” per la quale “i territori alpini non possono e non devono farsi trovare impreparati: bisogna progettare e prepararsi”. Il rischio è infatti quello di “un’invasione assolutamente non sostenibile”, la quale va arginata e studiata in anticipo.
Le comunità montane devono farsi trovare pronte sia tramite progetti di infrastrutture e mobilità sostenibili, sia tramite programmi di agevolazioni, affinché diventino luoghi di accoglienza, ma anche di lavoro e di scambio. E così se oggi “siamo davanti a un evidente spopolamento delle montagne, sarà il cambiamento climatico a spingere le persone a tornarci”, con l’obiettivo che l’ambiente rimanga salubre e più naturale possibile, altrimenti rischiamo veramente di perdere l’ultimo baluardo di sostenibilità in termini di ambiente.
Le Alpi sono patrimonio UNESCO e in quanto tale vanno preservate: il rischio è alto, ma vale la pena renderle sempre più accoglienti tramite gli investimenti giusti e mirati, ad esempio per quanto concerne il turismo sostenibile. Bisogna quindi guardare al cambiamento climatico come un’opportunità per i territori montani, luoghi da preservare sempre di più.